La politica inginocchiata davanti al feretro: «Ernino, scusa per averti dimenticato» GUARDA IL SALUTO

TERAMO – La comunità politica si è inginocchiata oggi davanti al feretro di Ernino D’Agostino, l’ex presidente della Provincia scomparso dopo una lunga malattia, per chiedergli “scusa”. Scusa per averlo dimenticato. E lo ha fatto per bocca del presidente Renzo Di Sabatino che al termine dei funerali che si sono svolti oggi nella chiesa di San Nicolò a Tordino, ha ricordato la persona, l’impegno, gli ideali del presidente scomparso, ma anche la colpa di quella politica che ha abbandonato un uomo delle istituzioni. «L’unico uomo che – come ha ricordato Renzo Di Sabatino – è entrato nelle istituzioni per uscirne più povero di prima». Il suo esempio di dignità e di mitezza è stato ricordato anche dal suo compagno di partito Marco Verticelli che commosso, sotto il feretro esposto al sole davanti alla chiesa per l’ultimo saluto reso da amministratori ma soprattutto da tanti cittadini, ha raccontato tra le lacrime gli aneddoti sull’amico Ernino. «Un infaticabile lavoratore, la formichina laboriosa delle tante feste dell’Unità. Lo ricordo ancora quando lo trovammo in una pausa pranzo a scaricare due tir di strumentazioni per il concerto della Pfm. Solo e tinto di blu per il sudore a contatto con gli imballaggi. “Ernì lo spettacolo è stasera”». Anche Verticelli con la voce rotta dalle lacrime ha chiesto scusa al presidente che non ragionava con l’Io, ma con il “Noi” ringraziando gli unici amici rimasti vicini a Ernino D’Agostino quando ha dovuto allontanarsi dalle istituzioni per motivi professionali, i compagni della Cgil di cui ha sostenuto le lotte. L’esempio di mitezza, di impegno, di politico tra la gente e per la gente ha lasciato il segno a giudicare dalla folla che ha reso omaggio oggi al funerale di Ernino D’Agostino. All’ultimo saluto hanno risposto sì i parlamentari, i colleghi di partito, gli amministratori locali. Ma più di tutti hanno risposto i cittadini. Mentre la politica si “contava”, mentre i discorsi ricordavano la presenza di parlamentari, sindaci, e assessori, i cittadini tra la folla bisbigliavano: «Ci siamo noi».

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